La scoperta di aspettare un bambino è una di quelle notizie che lasciano piene di gioia e di paura.
Le future mamme devono essere accompagnate e rassicurate in un percorso – emotivo, psicologico e terapeutico – condiviso e consapevole.
In questo turbine di emozioni spesso il dentista viene lasciato da parte (non fa mai parte dei bei pensieri…!).
E’ invece importante che la futura mamma parli col suo odontoiatra di fiducia e si faccia accompagnare.
In gravidanza il corpo cambia ed è noto come gli elevati livelli di estrogeni circolanti causino alcune modificazioni della mucosa orale (ispessimento, aumento della desquamazione e della vascolarizzazione). La risposta gengivale ai fattori locali (placca batterica, tartaro, ricostruzioni e protesi debordanti) risulta alterata facilitando la comparsa di edema, aumento di volume e sanguinamento sino alla comparsa di forme specifiche di parodontopatia che devono essere tenute sotto controllo perché non instaurino un danno alla salute della mamma e potenzialmente del bambino.
Possono anche verificarsi dei rigonfiamenti voluminosi (epulidi gravidiche) ma del tutto innocui se tenuti sotto controllo con igieni professionali, e che regrediscono spontaneamente al termine della gravidanza/ allattamento.
Anche se non esiste un fattore primario che possa contribuire allo sviluppo di carie dentali, va evidenziato come alcune modificazioni che avvengono in gravidanza richiedono un rafforzamento dell’igiene orale, il cui non corretto mantenimento può tradursi in una maggiore cariorecettività: la scialorrea con alterazioni quantitative e qualitative della saliva; la nausea e il vomito (iperemesi gravidica); il reflusso gastroesofageo; la necessità di pasti piccoli e frequenti a causa della compressione dello stomaco da parte dell’utero.
Ecco che il mio consiglio alle future mamme è quindi quello di intensificare i controlli con una cadenza trimestrale per tenere sotto controllo l’infiammazione gengivale e intercettare i piccoli problemi che possono subentrare. Tanto più che spesso le neo–mamme vanno incontro a un periodo piuttosto intenso anche da un punto di vista logistico e quindi rischiano di assentarsi dalla poltrona odontoiatrica per una media di 8 mesi dopo il parto. Ci sono bimbi che consentono di fare una seduta di igiene accomodati sull’ovetto a guardare la mamma estatici ma anche bimbi… diciamo più vivaci!
In caso di necessità di intervento l’inizio del secondo trimestre – dalla 14a alla 20a settimana di gestazione – è il periodo più sicuro per effettuare le procedure terapeutiche odontoiatriche, durante il quale il rischio di interruzione della gravidanza è inferiore rispetto al primo trimestre e l’organogenesi è completata. Entro 20 settimane di gestazione l’utero in gravidanza è posizionato al di sotto dell’ombelico e, pertanto, i trattamenti odontoiatrici possono essere eseguiti con maggiore comodità sulla poltrona rispetto ai periodi successivi.
Pur avendo margini in caso di interventi necessari, se iniziate a desiderare un bimbo alcune cose potrebbero essere valutate prima.
Nonostante abbia suggerito l’estrazione di denti del giudizio a rischio a più di una paziente, purtroppo questi si sono “svegliati “ proprio durante la gravidanza stimolati dai fattori infiammatori.
Per fortuna l’amoxicillina è l’antibiotico d’elezione sia per la gestione di un’infiammazione acuta del cavo orale sia durante il periodo gestazionale.
Non esistono controindicazioni all’uso di anestetici locali poiché i principi comunemente utilizzati sono sicuri in quanto non attraversano la placenta grazie al loro elevato peso molecolare. La comparsa di eventuale tossicità può essere in relazione alla somministrazione di un sovradosaggio in senso assoluto in modo sovrapponibile agli altri pazienti. In considerazione dello stato di anemia in gravidanza è opportuno evitare l’uso di prilocaina.
Per quanto riguarda la necessità di eseguire una radiografia endorale, è bene evitarla nel primo trimestre, mentre successivamente, mettendo in atto tutte le procedure di protezione ed in caso di effettivo bisogno è possibile farla senza incorrere in rischi importanti per la mamma o il bambino. (per una serie completa di 10 radiografie endorali, con le opportune precauzioni, la dose assorbita risulta di 0,01 mSv).
In ogni caso da noi potrai effettuare diagnosi di carie mediate l’utilizzo di una speciale telecamera endorale, evitando così qualsiasi radiazione.
A tutte le donne in attesa il nostro augurio di un periodo sereno e piene di gioie, noi siamo qui ad accompagnarvi!